Lettere “pec” di compliance e ravvedimento speciale
In questo periodo, ma il suggerimento vale sempre e comunque, è meglio non dimenticare di controllare la propria casella di posta elettronica certificata (PEC). Gli atti ricevuti tramite PEC, infatti, sono delle vere e proprie notifiche.
Tra l’altro l’Agenzia delle Entrate recapita in PEC anche le lettere di compliance nelle quali l’Amministrazione finanziaria segnala ai contribuenti eventuali anomalie nelle dichiarazioni dei redditi degli scorsi anni, riscontrate tramite controlli automatizzati e incrociando le diverse banche dati a disposizione. La lettera di per sé non presuppone una irregolarità conclamata ma richiede, per forza di cose, una serie di controlli e verifiche sulla documentazione disponibile, a carico del contribuente.
Sempre in casella PEC, i soggetti che hanno emesso fatture elettroniche oltre i termini (12 giorni) riceveranno dall’Agenzia delle Entrate un’apposita comunicazione nella quale sarà contenuto l’invito a verificare le possibili irregolarità, fornendo, nel caso, i chiarimenti necessari a motivare il ritardo.
Nel caso si evidenziasse una effettiva violazione, il contribuente può in generale avvalersi del ravvedimento operoso. O, ancora meglio, del ravvedimento operoso speciale messo in campo dall’ultima legge di bilancio, per sanare le irregolarità dichiarative commesse fino al 2021. L’opportunità è però valida solo fino al 31 marzo 2023.
Il ravvedimento speciale, in luogo di quello ordinario, permette di diminuire ulteriormente la sanzione ordinaria, giungendo a 1/18 del minimo e consente inoltre, in via facoltativa, di rateizzare il tutto in 8 rate trimestrali di pari importo.